Ricciarini x TheCube Archive

Una collaborazione per ridefinire il vocabolario della moda 

Ci sono aziende che producono tessuti. E poi c’è chi li immagina.
Nel cuore della Toscana, Ricciarini non si limita a costruire materia: la interpreta. Ogni collezione è una costellazione tessile, un lessico visivo che parla di estetica, funzione e visione. Fondata nel 1974, l’azienda esplora il tessuto come forma di pensiero. La struttura, la luce, la reazione della fibra al gesto: tutto diventa racconto. In un presente che consuma tutto con urgenza, Ricciarini lavora con un tempo interno: radicale, preciso, profondamente umano.

 

In questo stesso orizzonte si inserisce TheCube Archive, fondato da Stefano Chiassai, Corinna Chiassai, Alessandra Dall’Anese e Marius Hordijk. Nato come archivio di ricerca, oggi è uno dei luoghi più sofisticati in Europa per la cultura del vestire. Ma The Cube non si limita a custodire: attiva. È un laboratorio ibrido dove il vintage diventa linguaggio da riscrivere.

Dall’incontro tra queste due realtà nasce una collaborazione che non è un esercizio di stile, ma un atto di immaginazione. Un’installazione viva — dal 30 giugno all’11 luglio nello showroom Ricciarini — dove il tessuto si fa corpo, visione, spazio concettuale. Al centro, due figure antropomorfe indossano creazioni realizzate con tessuti Ricciarini: sculture sartoriali che interrogano l’identità stessa dell’abito. Non si cita il passato, si costruisce il futuro.

La curatela di Stefano Chiassai orienta la visione verso una moda intesa come architettura concettuale, un’arte che attraversa linguaggi. Il vintage non è più nostalgia, ma detonatore creativo. Il risultato è uno studio radicale della forma, dove il tessuto diventa superficie critica.

Questa collaborazione segna un nuovo ruolo per Ricciarini: non più solo produttore, ma ambasciatore di visione. Il tessuto torna a essere origine, gesto iniziale, centro del pensiero progettuale.

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